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LA COPPIA NELLA SOCIETA' CONTEMPORANEA

La vita può essere uno splendido giardino
Se diamo ascolto al giardino presente in ognuno di noi
(A.Mercurio)

Il lavoro che gli Istituti I.P.A. portano avanti è duplice: uno è quello di formare dei terapeuti perché possano curare la patologia delle persone che soffrono; aiutare quindi le persone che soffrono ad uscire dalla sofferenza; un altro compito è quello di aiutare le persone che non hanno uno scopo professionale per lavorare come terapeuti, ma che hanno uno scopo personale di sviluppare la conoscenza di se stessi, di sapere verso quali obiettivi tendere e come tendere verso questi obiettivi.

Quindi uno scopo è terapeutico ed uno scopo è di cultura, quello di creare una cultura basata sul concetto di PERSONA; ed inoltre una definizione nuova del concetto di AMORE nel rapporto di coppia.

Il mio tema questa sera è di parlarvi della coppia nella società contemporanea. Io ho da proporvi un qualcosa che credo sia nuovo, ma anche un qualcosa che è molto difficile da conquistare. Quindi fin dal principio vi dico che il mio discorso presuppone un impegno non indifferente per realizzare le cose che io propongo per quanto riguarda la realizzazione di se stessi come PERSONA ovvero una realizzazione di coppia, alla quale coppia io darei un nome particolare.

Io darei un nome in contrapposizione alla coppia che noi viviamo oggi che potrei dire nella maggior parte dei casi è una coppia nevrotica o comunque una coppia non sana, non armoniosa; quindi il passaggio da una coppia nevrotica ad una coppia sana ed armoniosa e se volete tutto questo espresso con una immagine: il passaggio da una coppia in bianco e nero a una coppia a colori.

Voi sapete che quando è stato inventato il cinema, i primi film sono stati in bianco e nero, e soltanto dopo parecchi anni, lavorandoci su, siamo stati capaci di inventare il colore e quindi siamo passati dal film in bianco e nero al film a colori, lo stesso con la fotografia, lo stesso, lo stesso con la televisione e persino con le fotocopiatrici.

Ora io vi chiedo: vi posso proporre di inventare una coppia a colori e non più in bianco e nero?

Il bianco e il nero sono due realtà che si contrappongono, quello che è bianco diciamo che non può essere nero e viceversa; accostando insieme il bianco e il nero noi abbiamo un contrasto e da questo contrasto viene fuori una o più figure; ma queste figure vengono ottenute con la contrapposizione del bianco e del nero. Nella fotografia a colori non c'è questa contrapposizione, c'è il passaggio da una gradazione di colore all'altro, c'è un'armonia di colori.

Ecco un altro esempio: la luce che ci viene dal sole noi la vediamo bianca ma sappiamo che quando è attraversata dalle nuvole e dall'acqua che ci sta nelle nuvole, questa luce si scompone nei colori dell'arcobaleno; dunque la luce al tempo stesso è bianca ma è fatta di sette colori armonizzati e fusi insieme.

Che cosa voglio dire con questo? Se noi nel modo di concepire e di vivere la coppia siamo piuttosto posseduti da una categoria logica mentale di contrapposizione, dall'Io al Tu, dall'uomo alla donna e viceversa dalla donna all'uomo, noi abbiamo quello che io chiamo una coppia in bianco e nero. Se noi riusciamo a trasformare questa realtà, questa contrapposizione dell'Io al Tu e riusciamo a fare in noi l'Io e il Tu, non o Io o Tu: Cioè se noi riusciamo a far cessare la contrapposizione all'interno della coppia, noi possiamo arrivare a quella che io ho chiamato una COPPIA SOLARE, o una coppia a colori e non più una coppia in bianco e nero; quindi formare una coppia fusa armonicamente.

Ora mi fermo su queste due ultime parole: una coppia fusa armonicamente per fare un salto indietro e situarci rispetto alla società contemporanea per vedere quali elementi possiamo noi mettere in risalto nella nostra società contemporanea e vedere in che modo la coppia si rapporta nella società attuale diversamente da prima.

Dunque io vorrei sottolinearvi soltanto pochissimi elementi per caratterizzare la nostra società.

Il primo elemento è questo: voi sapete che noi stiamo vivendo le conseguenze sociali del passaggio da una civiltà contadina ad una civiltà industriale o tecnologica. Lo sviluppo delle industrie e lo sviluppo della scienza in questo senso ci ha completamente trasformati e ci ha portati a vivere secondo le modalità che non sono più quelle della società contadina. E quali sono queste modalità? Che cosa era l'essenza della civiltà contadina a mio avviso? L'essenza della civiltà contadina era quella di rispettare il ritmo della natura. E quale era il ritmo della natura? Il ritmo delle quattro stagioni, per cui esiste l'autunno, esiste l'inverno, esiste la primavera, esiste l'estate.

Bene, ogni essere umano inserito in una civiltà contadina sapeva che il suo ritmo di vita era adeguato e armonizzato con il ritmo delle quattro stagioni, e quindi viveva un processo di adeguamento in tutti i suoi problemi vitali ed esistenziali che seguivano il rapporto e l'avvicendamento delle quattro stagioni.

Nella civiltà industriale tutto questo è scomparso. Questo ritmo è stato completamente travolto, perché la vita dei frutti della terra segue necessariamente il ritmo delle quattro stagioni: i frutti del lavoro industriale non segue più il ritmo della natura, delle quattro stagioni ma segue il ritmo della produzione e del profitto del capitale. Quindi questo ritmo della civiltà industriale ci ha completamente staccati dall'armonia del nostro rapporto con la vita naturale.

Uno dei danni maggiori che ciò ci ha fatto è questo: noi non abbiamo più pazienza, siamo diventati impazienti al massimo. Volete un esempio concreto? In una civiltà industriale io premo un bottone, metto in movimento una macchina e la macchina produce; entro in casa premo un bottone e la luce si accende; vado in cucina premo un bottone e la cucina comincia a funzionare.

Era possibile tutto questo prima nella società contadina? No. E ce ne voleva prima per avere la luce; c'era quindi un ritmo più lento, un ritmo in cui noi riuscivamo anche ad essere più pazienti, più perseveranti.

In una civiltà industriale noi tutto questo lo abbiamo perduto.

Ora i problemi dell'esistenza umana, i problemi del divenire uomo o del divenire donna possono essere adeguati al ritmo delle macchine? Certamente no. Ma noi siamo costretti ormai da questa modalità della civiltà industriale a non poter più tollerare di avere dei problemi o tollerare che questi problemi non vengano risolti immediatamente, come? Schiacciando un bottone.

Ma noi ormai siamo abituati a schiacciare bottoni dovunque (ascensore, televisione, macchina, ecc.) Nell'ambito della esistenza umana interpersonale o intrapersonale tutto questo non esiste. Possiamo noi altri desiderarlo ma non accade; allora ecco già una prima dissociazione che è il frutto di questo tipo di passaggio da una civiltà all'altra.

Questa è la prima caratterizzazione che io volevo fare e poi dopo trarne le conseguenze sia per quanto riguarda la vita individuale, sia la vita di coppia, sia la vita familiare.

Macroscopicamente, ancora una volta, i sociologi che cosa ci dicono? Che finché c'era una civiltà contadina noi avevamo una famiglia patriarcale. Adesso che cosa abbiamo invece? Abbiamo una famiglia nucleare. Una famiglia nucleare dove c'è marito e moglie, dove c'è qualche volta un figlio, due o tre e qualche volta nessuno.

Tutto questo io ve lo faccio vedere come una conseguenza di un cammino che la storia umana sta facendo con i suoi lati negativi per il momento. Vi faccio vedere ancora qualche lato negativo e poi vi farò vedere i lati positivi.

Ecco un altro lato negativo: se noi guardiamo al processo, allo sviluppo della scienza in questi due ultimi secoli, che cosa abbiamo potuto osservare? Abbiamo osservato che lo sviluppo è stato enorme soprattutto nelle ricerche scientifiche al punto tale che i fisici hanno potuto creare quella che si chiama la scissione dell'atomo e dunque la bomba atomica.

Ora noi sappiamo che una prima e una seconda bomba atomica sono scoppiate in Giappone a Hiroshima e Nagasaki; poi dopo non ce ne sono state più se non esplosioni a scopo di ricerca bellica e stiamo sempre con il pensiero in sottofondo e che va sempre di più giorno per giorno salendo alla coscienza, che questo pericolo di una guerra atomica comincia a diventare più massiccio e più concreto anche per noi e quindi cominciamo ad avere questa preoccupazione che possa esplodere una guerra atomica e distruggerci.

Io vorrei dirvi invece si che questo è vero, ma a mio avviso è più vero ancora che in senso simbolico, la bomba atomica o la guerra atomica è già esplosa e noi ne soffriamo le conseguenze; in che senso? E' un po' difficile questo argomento e io cercherò di essere il più chiaro possibile.

Partiamo dallo sviluppo scientifico che ci ha portato alla capacità di scindere l'atomo. La parola atomo viene dal greco e prima significava inscindibile, non si può dividere, cioè nella materia ci sono degli ultimi elementi che non si possono più dividere. Viene la scienza fisica nucleare moderna e dice: no, l'atomo si può dividere perché l'atomo è composto di protone, di neutrone e poi di neutrini e di elettroni e poi siamo arrivati a scoprire che esistono centinaia di sub-particelle atomiche.

Quindi siamo arrivati a livello scientifico a scomporre e a non finire mai di scomporre le particelle dell'atomo, quello che noi credevamo indivisibile.

Ancora una volta io vorrei che faceste una connessione passando da questa capacità di scindere l'atomo alle conseguenze di scindere la famiglia patriarcale in famiglia nucleare e alle conseguenze che noi viviamo sempre nell'ambito di questa società tecnologica, alle conseguenze di aver scisso l'interno stesso dell'uomo.

E' come se noi fossimo sottoposti ad una frantumazione, ad un processo di scissione a catena, di reazione a catena.

Quale è la prova di questo mio parlare?

Ancora una volta sentiamo dire dalla stampa, dalla radio, dalla televisione che siamo in una società nevrotica dove le malattie mentali sono esplose a un livello di tale entità che non era conosciuto prima.

E' esplosa la schizofrenia, è esplosa la scissione; quello che corrisponde alla scissione dell'atomo e all'energia distruttiva che si può trarre dalla scissione dell'atomo, corrisponde a livello nostro esistenziale individuale, alla incapacità di unificare la nostra esistenza e di renderci persone totali, globali, ma di essere sottoposti come ad una frantumazione in sub-personalità come l'atomo è stato frammentato in sub-particelle atomiche e non sappiamo ancora trovare la strada come riunificare tutte queste parti di noi, così come ancora gli scienziati non hanno trovato la capacità di utilizzare un altro processo atomico, del quale adesso vi parlerò in senso positivo per l'umanità.

Dunque la scissione dell'atomo si può anche chiamare come fissione dell'atomo. Due atomi leggeri si scontrano producendo un atomo più pesante, producendo una reazione a catena e da questa reazione a catena ne viene fuori una energia enorme che può essere usata come potenziale distruttivo o anche come potenziale positivo ma che ha un grosso guaio, quello di essere rischiosa per le radiazioni che può produrre. Ma gli scienziati, ecco che cominciamo ad affacciarci su un versante più positivo, sappiamo che stanno lavorando per passare dalla fissione, dalla scissione dell'atomo alla fusione dell'atomo. Questo è un altro processo che è il processo stesso che esiste all'interno del sole, o all'interno delle stelle.

Noi riceviamo l'energia del sole e diciamo che l'energia solare è un'energia pulita, non è energia che ci danneggia; tutte le altre energie in qualche modo invece producono calore, energia ma producono anche inquinamento.

In questo senso se voi avete seguito il parallelo, così come la coppia è sottoposta agli sviluppi della società, così noi possiamo cominciare a dire: allora c'è già un principio di speranza che lì dove la scienza si pone di arrivare ad una meta non più di scindere l'atomo ma di unificare due atomi e di produrre energia atomica pulita, cioè un'energia attraverso la fusione di due atomi, il Deuterio e il Cripzio per formare l'Elio, da questo passaggio possiamo sperare che anche questo porti un contrappeso positivo nella vita esistenziale della società umana? Io stasera vi dico di si. E' certo che come questo progresso scientifico ci porta danni così noi possiamo sperare che ci porti dei vantaggi; ma sta a noi lavorare perché possiamo capire le nuove categorie logiche, le nuove categorie mentali che si possono formare, con le quali affrontare e unificare o la nostra vita individuale o la nostra vita di coppia o la nostra vita familiare o la nostra vita sociale.

Se finora io vi ho fatto toccare alcuni aspetti negativi del progresso scientifico, e del progresso umano in generale, vorrei dirvi anche che possiamo cominciare ad avere qualche speranza che tutto questo ci porti invece, a non lontana scadenza verso un progresso positivo in campo scientifico e per contraccolpo anche in campo individuale ed esistenziale.

Potrei dire a questo punto che noi dell'I.P.A. di Roma e degli altri Istituti sparsi per l'Italia e all'Estero, abbiamo proprio questo compito specifico: quello di lavorare alla unificazione dell'individuo all'interno di se stesso e poi alla unificazione dell'individuo uomo e dell'individuo donna all'interno della coppia, all'interno della famiglia e nel rapporto con la società.

Per darvi una piccola testimonianza di quello che sto per dirvi, io vorrei permettermi di leggervi una lettera che ho ricevuto da una delle mie allieve che era proprio a Montesilvano al Congresso degli Istituti I.P.A. e questa lettera me l'ha scritta alcuni giorni dopo aver partecipato a questo congresso; io la leggerò e poi estrarrò alcuni punti fondamentali da questa lettera per svilupparli insieme a voi, così mi scrive:

Caro Antonio, so ora per quale motivo quando tu mi hai chiesto di fare una tesina o comunque di scrivere qualcosa dopo la lettura del tuo primo libro

AMORE E PERSONA: PRESUPPOSTI PSICOANALITICI ED ESISTENZIALI DELLA COPPIA

Io non ho saputo risponderti anche se lo avevo letto più di una volta e tanto mi aveva colpito. Non potevo farlo perché nella mia vita, nella mia anima, l'idea di coppia non esisteva o meglio forse stava maturando. Ma i miei spaghetti (vi dirò dopo cosa significa questa frase) non erano ancora pronti e forse non ero neanche cosciente di aver impegnato tutta la mia cucina per cucinarli.

Comincio ora a potertene parlare non già perché è matura in me la mia scelta d'amore, ma perché mi è cosciente ore il legame incestuoso con mia madre, la mia simbiosi, il mio desiderio di protezione e di soddisfazione del mio narcisismo infantile, la mia ansia di amore incondizionato. Sono stata capace solo a 27 di chiudere un rapporto con un uomo sentendo insieme a tutte le ansie che già conoscevo, la bellezza di questa fine, la bellezza del saper dare libertà all'altro e di prendere coscienza della mia possibilità di vita fuori dalla simbiosi.

Ho sputo vedere come separarci significava paradossalmente compiere il primo vero atto d'amore verso di lui e verso di me. Le mie gambe traballano ma comincio a credere di poter fare affidamento sulla mia forza e sul mio coraggio per rischiare l'indipendenza e l'autonomia.

Finora sono stata soltanto capace in tutti i miei rapporti di essere una madre fallica, anche amorosa e comprensiva nella misura in cui agiva la mia identificazione proiettiva sul partner. Ora saper riconoscere e distinguere la mia individualità e quella dell'altro, il mio progetto di vita e quello dell'altro, è una sensazione che mi dà da un lato sgomento, mi fa sentire sospesa e alla deriva: e dall'altra parte stranamente forte e libera e il mio profondissimo pozzo gorgogliante d'amore, sembra per la prima volta liberato dal suo pesante coperchio e raggiungibile: c'è tanta acqua per me e per gli altri.

Questo ultimo Congresso è stato molto importante per me, ho sentito una corrente sotterranea fortissima fra ciò che io portavo dentro di me e ciò che i relatori esponevano: la mia sofferenza si è alleata con la loro ed è diventata meno paurosa, il mio coraggio si è rafforzato accanto al loro e resosi più attaccabile il mostro della simbiosi.

Il mio desiderio di una figura maschile è divenuto più autentico e meno strumentale. La coppia di due persone autonome, libere e capaci di amarsi comincia a prospettarsi all'orizzonte solo ora per me.

E' appena l'alba, sono soltanto all'inizio del mio cammino, tanta è la mia paura, tanta è la mia gioia ed enorme è la mia gratitudine verso di te e la nostra Scuola.

Ecco io credo che da questa testimonianza personale e concreta noi possiamo trarre dei punti che io ritengo appartengano non soltanto alla esistenza e alla esperienza di questa persona ma a tutti noi.

Adesso io vorrei proprio riprodurre uno per uno questi temi fondamentali e svilupparli insieme con voi.

La prima idea fondamentale che questa ragazza ci manifesta è che in lei non esisteva l'idea di coppia; e poi ce ne dà la ragione cioè dice: ho capito perché! Perché dato il legame simbiotico che c'era tra me e mia madre, sostanzialmente io ero in coppia con lei, ed essendo in coppia con lei simbioticamente o coppia, se volete, prenatale, intrauterina, era impossibile che io potessi entrare in coppia con un uomo perché questa coppia qui e quella che precede, una coppia cioè madre-figlia o madre- figlio (il discorso vale anche per gli uomini) è talmente importante, è talmente divorante, è talmente penetrante che veramente ci toglie, ci impedisce anche di avere l'idea della coppia o del come realizzare una vita di coppia.

Ad un certo punto questa ragazza dice che i suoi spaghetti non sono pronti, che cosa vuol dire con questa frase? Nel mio intervento al Congresso di Pescara io ho detto che tra i vari principi che io avevo formulato ce ne era uno che io chiamavo il principio degli spaghetti, che cosa voglio dire con questa espressione? Le donne sanno che per cuocere gli spaghetti ci vuole un certo tempo otto/nove minuti a seconda della qualità della pasta e sanno che un minuto prima sono ancora duri, solo dopo un minuto sono cotti e un minuto dopo ancora sono stracotti e si devono buttare: Ma se la donna o chi per lei cucina gli spaghetti, se non sa questo processo naturale e non ha fiducia che durante i primi cinque/sette minuti sono duri e deve ancora aspettare e non deve buttarli perché può dire: questi non si cucinano mai; e quindi è come se la cottura apparisse all'ultimo minuto.

Questa è l'idea centrale di questo principio che io applico ai processi interni psichici o ai processi esistenziali o interpersonali. Cioè molte volte noi rispetto a noi stessi o rispetto agli altri non abbiamo pazienza, non abbiamo fiducia, non abbiamo comprensione verso di noi perché vorremmo che non appena messi gli spaghetti dentro, immediatamente questi fossero cotti alla perfezione come vogliamo noi, e non accettiamo di sapere aspettare il tempo di maturazione.

Quando siamo nel periodo di sofferenza e di elaborazione ci disprezziamo ovvero disprezziamo l'altro, non ci accordiamo fiducia e non ci accordiamo comprensione né a noi né agli altri e quindi ci scoraggiamo e quindi aggrediamo noi stessi e gli altri. Se invece noi apprendiamo ad avere questa saggezza capace di dire: io sono in cottura, sto maturando una certa problematica, non devo avere impazienza e non devo scoraggiarmi se ancora non vedo i risultati al cento per cento essi possono apparire all'ultimo minuto, come all'ultimo minuto gli spaghetti sono pronti.

Qual è il processo di cottura in questo senso per realizzare una identità di uomo e una identità di donna, una identità maschile e una identità femminile e quindi poter fare la coppia? Questa ragazza ci dice che dalla sua esperienza lei ha capito che finché restava prigioniera per i bisogni di protezione e di sicurezza all'interno della simbiosi con la madre lei non poteva assolutamente fare una vera coppia con qualcuno. E allora che cosa ha fatto? Questo non lo dice ma lo si capisce tra le righe, che cosa ha fatto il suo inconscio positivo? Come ha lavorato per lei? Ecco come ce lo spiega: lei è entrata in rapporto con un uomo, con un partner, ma questo partner inconsciamente è stato vissuto come un'altra figura materna, con la quale figura materna ricreare la simbiosi che questa ragazza aveva con sua madre.

Quindi significa che se questa è la madre e questo è il partner e io sono tutta quanta presa nel rapporto con la madre, se io ci riesco, per potermi realizzare come PERSONA, come soggetto di autonomia e di libertà, comincio a staccarmi da lei in che modo? Proiettando la madre da qui, cioè dalla persona fisica della madre sulla persona di un partner, io ho cominciato ad operare un primo distacco dalla madre. Successivamente investendo questo partner di tutto il contenuto simbiotico che è ambivalente, fatto di amore e di odio, fatto di aggressività e di comprensione che io ho con la madre, investendola in questo rapporto io lo posso conoscere, lo posso esplorare, lo posso attraversare e lo posso risolvere.

Risolverlo come? Questo è un punto drammatico ma importantissimo. Risolverlo decidendo di affrontare l'angoscia di separazione.

Che cosa è l'angoscia di separazione? Ad ogni nascita, noi sappiamo che quando noi bambini ci siamo staccati dall'utero materno, siamo usciti dal suo ventre e ci hanno tagliato il cordone ombelicale e ci hanno tolto la placenta, noi abbiamo sofferto un trauma perché noi abbiamo perso una certa sicurezza che era quella dell'ambiente intrauterino, noi abbiamo perso una protezione che era quella materna, un ambiente ovattato, sicuro e dobbiamo affrontare un mondo in cui tutto ci è sconosciuto.

Dunque nel passaggio da questo mondo intrauterino al mondo esterno c'è da affrontare una angoscia di separazione, ecco il punto, non la deve affrontare solo il bambino alla nascita; più importante di quella del bambino è quella che deve affrontare la madre. Ora la madre per una serie di circostanze storiche di cui ve ne posso accennare una o due più importanti, nella nostra società attuale non è più aiutata e non è più in grado di affrontare lei l'angoscia di separazione dal suo bambino o dalla sua bambina. Per cui non essendo lei in grado di affrontare questa angoscia di separazione, di fatto fisicamente, fisiologicamente produce un bambino o una bambina fuori da lei, fuori dal suo utero, ma sostanzialmente questo bambino e questa bambina vengono di nuovo incapsulati in un altro utero che non è più visibile e fa sì che succeda che di fatto non ci sono ancora due persone autonome, la madre di qua e il bambino o la bambina di là, ma c'è una madre con due appendici, cioè il bambino o la bambina all'interno di un utero simbolico che raccoglie tutti e due, l'uno e l'altra.

Finché la madre non è aiutata ad affrontare questa angoscia di separazione non può fare veramente e totalmente nascere suo figlio o sua figlia come PERSONA autonoma e libera da lei, capace quindi di entrare nella vita e di andare verso gli altri, verso un tu, verso il noi.

Quindi vi dicevo c'è un problema materno molto grosso che ha delle cause storiche, ve ne accenno tre che sono a vostra conoscenza di sicuro.

Le due guerre mondiali che l'Europa ha dovuto affrontare e in particolare l'epidemia cosiddetta della SPAGNOLA che ha fatto più vittime delle due guerre mondiali messe insieme, che cosa hanno provocato questi tre traumi? Una perdita di persone care, intollerabili sia alle madri, sia ai padri, sia ai fratelli, sia alle sorelle; cioè ad ogni singola persona, in questi tre avvenimenti storici è stata traumatizzata da una perdita prematura e irreparabile.

Che cosa ha fatto si che la sofferenza di questo trauma impedisse nel momento in cui questi bambini sono cresciuti con alle spalle questo trauma, sono diventati padri, sono diventate madri, non hanno potuto affrontare la nascita di un loro bambino o di una loro bambina in maniera totale, completa? Perché l'angoscia di separazione, del lutto che loro avevano vissuto in passato era ancora intatta, non era ancora finita di elaborare e impediva di dare veramente un distacco, una separazione a questo bambino e a questa bambina. Questo ha strutturato un rapporto simbiotico enorme, incalcolabile di cui ancora ne soffriamo le conseguenze.

Come si risolve questo problema? Ecco questa ragazza ci dice come ha risolto questo problema ed io so che questa soluzione è valida perché l'ho vista nella mia vita personale e nella vita di molti miei allievi e collaboratori.

Dunque se io riesco a produrre questo rapporto simbiotico che ho con la madre nel rapporto con il partner e poi aiutato da lui, invece che aggredito da lui sono capace a nascere, cioè sono capace di separarmi, cioè ad affrontare l'angoscia di separazione. A partire da quel punto che io ho affrontato questa angoscia, io comincio ad esistere come una persona autonoma e libera, una persona che sa stare sui suoi piedi, sulle sue gambe ed è capace di rapportarsi ad un'altra persona.

Finché questo non avviene noi siamo sempre degli esseri a metà e avremo sempre una coppia in bianco e nero, cioè una coppia in antagonismo, perché? Perché di fatto io sono un bambino e l'altro è una madre, ma l'altro vede me come una madre e vede se come un bambino; ora i bisogni del bambino si contrappongono sempre ai bisogni della madre, il bambino per sua natura non rispetterebbe mai i bisogni della madre se non fosse la madre a guidarlo entro certi confini e dire: guarda che esisto anch'io, io ti ho dato la pappa e adesso tu dormi, adesso stai buono. Invece se il bambino piange e la madre non sa rispondere a questo pianto in maniera rassicurante, la madre è costretta ad essere invasa dal bambino, ma al tempo stesso la madre invadendo il bambino perché non gli sta insegnando a delimitare i suoi confini, a mettere dei limiti alla sua esistenza.

Questo bambino per la sua sicurezza ha sempre bisogno di essere in rapporto, continua ad avere il cordone ombelicale anche se non si vede; finché questo esiste non esiste una persona, quello che io chiamo l'essere umano come PERSONA, è la PERSONA è un essere autonomo, soggetto di libertà e di capacità di amarsi e di capacità di amare e di essere amato.

Allora continuando in questo processo, questa ragazza affronta questa angoscia di separazione e notate le sue espressioni come sono belle: da una parte lei sente la sofferenza ma da una parte lei sente la gioia, e ancora dice: ho saputo vedere come separarci significava paradossalmente compiere un primo vero atto d'amore verso di lui e verso di me, le mie gambe traballano ma comincio a credere di poter fare affidamento sulla mia forza e sul mio coraggio per rischiare l'indipendenza e l'autonomia.

Prima parla delle ansie e poi parla della bellezza e della gioia di questa capacità di esistenza autonoma e notate che in questo caso non significa che questa coppia cessando di esistere come coppia simbiotica ha cessato di esistere in assoluto, al contrario perché adesso è possibile finalmente che questa coppia si incontri non più nell'ambito di un rapporto proiettivo, di un rapporto nevrotico o di un rapporto simbiotico ma finalmente nell'ambito di un rapporto di autonomia da una parte e dall'altra. Io sono capace di esistere autonomamente nella libertà, io posso far esistere te nella libertà, io ti posso chiedere di darmi rispetto e di darmi amore, io posso dare rispetto a te e di dare amore a te; tu mi dai un potere per crescere e realizzarmi, io ti do un potere a te per crescere e realizzarti.

A questo punto è avvenuta la fusione tra questi due esseri non più la scissione, non più la separazione in senso schizofrenico ma una separazione in senso positivo, creativo, di nascita, di crescita e di sviluppo.

Un altro punto importantissimo che ci mette in risalto la lettera di questa ragazza è questo: perché io prima non potevo essere una donna capace di entrare in rapporto di coppia? Ci risponde così: perché io portavo in me una identificazione con mia madre e lei chiama questa identificazione con la madre: identificazione con la madre fallica. Che cosa indichiamo noi con questo concetto della madre fallica? Noi sappiamo che nell'essere umano sia maschile che femminile, sia nell'uno che nell'altra esiste sia il principio maschile sia il principio femminile. Tutti gli esseri umani quando nascono, inizialmente, quando vengono concepiti e si sviluppano nell'utero materno, inizialmente hanno un corpo fisiologicamente indifferenziato o se volete piuttosto femminile che maschile. E' solo a partire da un certo punto che comincia la differenziazione degli organi genitali e la differenziazione della identità maschile o femminile nel feto che si sviluppa nell'utero materno. Questo ci dice però che esiste nell'uomo un principio maschile e femminile ma è più abbondante il principio maschile; e nella donna esiste pure un principio maschile e un principio femminile ma secondo la sua identità femminile è più sviluppata la sua parte femminile e più ridotta la sua parte maschile.

Ora storicamente che cosa è successo?

La coppia in bianco e nero non è cominciata da questo secolo in poi, da quando è cominciata la fotografia in bianco e nero, ma è cominciata si potrebbe dire da Adamo ed Eva: Cioè la coppia antagonista, il vissuto di rivalità e di antagonismo fra l'uomo e la donna è vecchio come Adamo ed Eva. C'è stata sempre una guerra, una rivalità, una lotta fra l'essere femminile e l'essere maschile per che cosa? Io rispondo così: per sapere chi dei due avrebbe avuto il potere sull'altro.

Questa è una delle malattie che l'essere umano si porta nel suo sviluppo: la malattia del potere; e l'uomo e la donna sono sempre stati in lotta tra di loro per riuscire a vincere l'uno sull'altro. Questo che cosa ha prodotto negli ultimi tempi? La donna socialmente oppressa dall'uomo vuole ribellarsi a questa oppressione e decide di ribellarsi, come? Assumendo i caratteri maschili. E' come se il suo ragionamento cosciente o inconscio fosse così: intanto tu uomo mi hai potuto opprimere perché tu eri maschio ed io ero femmina! Ma se io, divento maschio come te io riuscirò a non farmi più opprimere da te anzi riuscirò ad opprimere te.

Cosa c'è alla base di questo ragionamento? C'è una cosa molto comune che spero non ve la siate dimenticata!

In famiglia quante volte avete sentito dire la mamma alle figlie femmine: ma lui è maschio! Cioè il maschio della mamma che era una donna è stato sempre trattato in maniera preferenziale rispetto alla figlia femmina. Dunque che cosa si deposita nell'inconscio della figlia femmina? Se io fossi nato maschio o se io mi trasformo in maschio allora anch'io avrei questi privilegi che hanno i maschi! Allora direi che questo, oltre i meriti che ha avuto il movimento di liberazione della donna; cioè pensare che è giusto e sacrosanto liberarsi dall'oppressione maschile, ma soprattutto dalla oppressione materna, pensare di liberarsi assumendo e sviluppando i caratteri maschili invece che sviluppando i caratteri femminili.

Questa per me è una perdita gravissima. Lì dove la donna perde l'apprezzamento, la fiducia nelle sue qualità femminili, nella sua identità femminile e non fa altro che sognare di rivestire una identità maschile, rovina se stessa e questo danno non raggiunge solo lei ma raggiunge tutta l'umanità, anche gli uomini, perché? Perché, ecco qui l'espressione "la madre fallica", a questo punto la donna si è trasformata non più in donna ma in madre fallica, cosa significa fallica? Una donna autoritaria non una donna che ha autorità, non una donna che ha il potere ma una donna che ha la dittatura, una donna che ha la volontà di dominio e di potere e per rifarsi sull'uomo perché prima è stata oppressa dall'uomo, invece non sa che prima è stata oppressa semmai semmai dall'educazione materna oltre che dall'uomo.

Allora una figlia che cresce quale modello assume identificandosi con la madre? Se la madre è una donna che apprezza la sua femminilità, svilupperà la sua femminilità ma se è una donna che rifiuta la sua femminilità e sviluppa la sua fallicità è chiaro che questa figlia avrà come modello con cui identificarsi, un modello di madre fallica.

Un modello di madre fallica significa un mostro di natura dove il principio maschile e il principio femminile sono confusi insieme, non sono più nettamente distinti e quindi non si sa chi è l'uomo e chi è la donna; non si sa chi è la donna come donna e non si sa chi è l'uomo come uomo, perché? Perché notate lo stesso problema di identificazione non vale solo per la figlia femmina ma vale anche per il figlio maschio.

Il famoso figlio maschio che è stato preferito dalla madre assorbe il modello della madre e se ancora una volta la madre è un modello di madre fallica o se il padre, la figura paterna con cui il bambino maschio si deve confrontare, è anche lui un uomo che ha assorbito una madre fallica dentro di sé , il bambino si trova ad avere due modelli fallici, uno a destra e uno a sinistra; la conseguenza è inevitabile, anche lui avrà una identità fallica non avrà una identità femminile o una identità maschile separata e distinta nettamente l'una dall'altra e quindi capace di entrare in armonia, in composizione: Due cose che sono separate possono entrare in composizione: io posso stringere la mano a Domenico e sentire che stringo un rapporto personale perché io sono una realtà separata e lui è una realtà separata, nel momento in cui ci stringiamo la mano ci passiamo una comunicazione empatica o di affetto o di amicizia ma perché siamo separati è possibile fare questo incontro.

Ho sentito raccontare in Francia di una donna che all'età di 26 anni accusa dei disturbi ad un fianco. Si reca dal dottore e il dottore dice: da quello che lei mi racconta signora è quasi sicuro che lei ha dei calcoli, sarebbe bene che lei si sottoponga ad un intervento e si faccia operare per togliersi questi calcoli. Bene la operano e sapete che cosa scoprono che aveva dentro? Aveva un embrione non sviluppato; cioè questa donna quando era bambina nell'utero di sua madre era stata concepita insieme con un'altra gemella. Ed è come se ci fosse stata una lotta tra le due e una delle due avesse vinto a tal punto da inglobare l'altra in una parte del suo corpo impedendole di svilupparsi. Quindi questa donna per 26 anni si è portato dietro un embrione, un feto umano non sviluppato.

Bene questo che mi è stato raccontato ed è accaduto fisiologicamente, accade continuamente nel rapporto tra una madre e un padre che hanno una identità fallica e i loro figli maschi o femmine che siano.

E' come se fossimo una parte della madre e una parte del padre, siamo ancora lì dentro non siamo nati veramente, siamo stati divorati, inglobati, c'è stato impedito di nascere e vi ho detto non per colpa del padre o della madre, vi ho spiegato che loro hanno sofferto un trauma per generazioni e generazioni, non hanno avuto la capacità di accettare il distacco, l'angoscia di separazione, questa è la conseguenza. Questa conseguenza però fa si che io possa più sviluppare le mie qualità: se sono maschio il mio principio maschile e se sono femmina il mio principio femminile, per poi dopo metterle in composizione armonica con le altre due parti del mio partner. Cioè la coppia ideale, la coppia solare, la coppia a colori come io ve la propongo è una coppia di due esseri umani maschile e femminile che hanno sviluppato in loro l'essere maschile sia la sua parte femminile ma soprattutto la sua parte maschile, e la donna la sua parte maschile ma soprattutto la sua parte femminile, in armonia però non in contrapposizione; perché se all'interno del mio essere questi due principi sono in antagonismo fra di loro, quando io vado a mettermi in rapporto con il mio partner succederà una guerra tra la mia parte maschile e la sua parte, tra la mia parte femminile e la sua parte femminile, tra la mia identità fallica e la sua identità fallica; a questo punto non è possibile veramente realizzare una coppia armoniosa, è impossibile.

E allora come fare?

Ecco vi ho spiegato il processo che sta seguendo questa ragazza e vi dico che è un processo valido che molte persone vivono oggi a loro insaputa, ma che devono vivere questa prospettiva positiva. Cioè se io riproduco una coppia simbolica so che questo in un certo senso dialetticamente e paradossalmente mi è necessario e mi è utile, ma a patto che non resti in eterno dentro questa unione simbiotica e a patto che nel momento in cui io me ne separo, io sia capace di separarmene rendendo giustizia all'altro: cioè che ci siamo aiutati l'uno con l'altro non odiando l'altro o odiando me stessa perché questo mi consentirà di vedere se posso di nuovo continuare a rapportarmi a questo partner adesso come una persona totale, intera e sviluppare con lui un rapporto di coppia duraturo ovvero se onestamente devo dire, debbo riconoscere che è impossibile e dire no, io sento che il mio cammino non lo posso sviluppare con te, ti sono grato per il cammino che abbiamo fatto insieme ma ci separiamo rendendoci grazie dell'aiuto reciproco che ci siamo dati; non sbranandoci, non dilaniandoci producendo altra aggressività distruttiva che poi dopo va ad avvelenare il rapporto successivo che noi potremmo creare altrove.

Questo è un punto di fondamentale importanza.

Questa ragazza nella sua lettera scrive ancora: il mio profondissimo pozzo gorgogliante d'amore era ricco d'acqua per me e per gli altri.

Cosa significa questa espressione?

Nel mio pensiero, nei miei libri io sviluppo questo concetto: dentro di noi è come se noi avessimo un sole che produce energia solare. Ora poco fa io vi ho parlato dell'energia solare, della combustione che c'è all'interno del sole e che questa combustione produce calore, luce e colori e alimenta la vita sulla terra. Ma immaginate che per un momento avvenga una eclisse lunare, ovvero che ci siano le nuvole, le nuvole poco male, sappiamo che oggi ci sono e domani non ci saranno e rivedremo il sole, ovvero che in inverno ci saranno di più ma poi in primavera e in estate ci saranno di meno almeno per noi che stiamo in Italia, perché quelli che stanno in Germania o altrove non possono pensare la stessa cosa.

Adesso pensate per un attimo che i primi uomini che hanno assistito ad un eclisse solare e non sapevano che l'effetto era prodotto dal fatto che la luna si frammetteva tra la terra e il sole, non sapevano che questa luna continuando a camminare ad un certo punto si sarebbe spostata di nuovo. Questa non conoscenza o questa ignoranza li precipitava nel caos, nell'angoscia, nella disperazione, a volte nella volontà di distruggersi, di uccidersi ovvero in pianti, lacrime, riti propiziatori.

Il culto del sole è cominciato in Egitto per quello che noi sappiamo a livello corrente ma è esteso in tantissime civiltà. Ancora oggi la Domenica, che in inglese si dice Sam Day che significa il giorno del sole, cioè l'importanza di aver raggiunto questa sicurezza che c'è un giorno in cui il sole lo abbiamo e lo vogliamo portare anche sulla nostra vita corrente dicendo: sei giorni la settimana sono giorni in cui lavoriamo e fatichiamo, sono giorni in cui è come se non ci fosse il sole, ma poi sappiamo che c'è un giorno, la Domenica in cui il sole c'è, cioè ci possiamo riposare, distendere, ci possiamo godere questo rapporto con il sole, rallegrarci e gioire e vedere i colori.

Allora dicevo, all'interno di ogni essere umano c'è un sole, ma se i nostri problemi psichici o i nostri problemi esistenziali, o i nostri problemi storici, sociali che noi attraversiamo diventano come una luna che si frappongono fra i nostri occhi, la nostra consapevolezza e il nostro sole, noi ci sentiamo in piena angoscia e in piena disperazione, perché pensiamo che avendo perduto questo contatto lo abbiamo perduto per sempre e questo non è vero.

Ecco noi lavoriamo ancora una volta per ridare la fiducia alle persone che ci sono delle eclissi nella nostra vita; in questo momento la società, la storia umana, la civiltà umana sta passando un periodo nerissimo di eclisse, ma questo periodo è transitorio se noi riusciamo a mantenere la fiducia nelle nostre capacità positive. Se noi sappiamo mantenere la fiducia che al di là di quello che ci impediscono di vedere i nostri traumi psichici, esiste la nostra parte positiva, esiste cioè la nostra capacità di amare; ed esiste la nostra capacità di amare noi stessi e di amare gli altri e di essere amati dagli altri.

Se noi abbiamo questa fiducia allora noi possiamo metterci in armonia con noi stessi e con gli altri, se noi abbiamo perso questa fiducia non c'è niente da fare, veramente allora è il dilagare della nevrosi o della schizofrenia o della malattia mentale o delle malattie psicosomatiche che certamente ci portano all'autodistruzione.

Quindi è fondamentale che l'essere umano abbia fiducia in se stesso.

Tempo fa in un articolo sul giornale ho letto questo titolo "QUANDO IL SOLE SI ACCESE". Cioè il sole esiste da alcuni miliardi di anni ed esisterà ancora solo per altri miliardi di anni, ma alcuni miliardi di anni fa il sole non esisteva, era una stella gigante rossa poi è diventata una stella luminosa e brillante, in futuro tra miliardi di anni, ancora una volta diventerà una stella gigante rossa, poi diventerà una stella nana bianca e poi o scomparire o si aggregherà con altri corpi celesti e formerà attraverso miliardi e miliardi di anni un'altra stella.

Bene ecco l'applicazione a quello che riguarda la nostra vita. Dentro di noi ho detto noi portiamo un sole, un sole a cui io ho dato il nome del SE' Personale e del SE' Cosmico, cioè della capacità di amare, finché noi siamo presi da una identità fallica o siamo presi dai nostri problemi psichici in maniera totale e non vediamo più questo sole, noi perdiamo la fiducia in noi stessi. Se noi accettiamo di penare, di lavorare, di faticare e di soffrire per eliminare questa luna o queste nuvole che ci hanno fatto eclissare il nostro sole, noi possiamo entrare in contatto di nuovo con la nostra capacità di amare e questa ragazza lo ha espresso con queste parole: io mi ritrovo che ho tolto il coperchio del mio profondissimo pozzo e so che è gorgogliante di amore e per la prima volta sento che c'è acqua per me e per gli altri.

Vedete questa scoperta come è fondamentale, ma come l'ha ottenuta?

Camminando attraverso la sofferenza di quel rapporto simbiotico che lei ci ha descritto prima. Allora è possibile che il sole non si sia acceso dentro di noi! Ma è possibile che noi siamo capaci di accendere un sole dentro di noi? Io in quanto antropologo, in quanto psicoterapeuta, in quanto ricercatore in questo ambito vi dico di si, è possibile.

E' una notizia proprio di questi giorni apparsa sul MESSAGGERO che a Torino è stato deciso di costruire una stella artificiale, cioè un sole che darà energia e calore a tutta la città e a tutta la Regione. E' stata scelta questa città come esperimento pilota per l'universo intero.

Che cosa utilizzeranno questi tecnici e questi scienziati? Utilizzeranno il processo che avviene all'interno del sole da miliardi di anni.

Bene l'uomo è diventato capace di creare un sole artificiale, un sole vero, un sole pulito. Perché questo sarebbe possibile crearlo fuori di noi, fuori dell'uomo e perché non sarebbe possibile crearlo anche all'interno di noi, nella nostra vita personale e creare energia, luce e calore dentro la nostra vita personale, dentro la nostra vita di coppia, dentro la nostra vita familiare e sociale?

Bene io vi dico che questo è possibile e ne ho innumerevoli prove. Allora sarà possibile o scoprire questa realtà che sta dentro di noi o crearla e quindi trasformare il nostro progetto di individuo o il nostro progetto di coppia.

*Conferenza tenuta da Antonio Mercurio fondatore e Presidente della S.U.R. (Sophia University of Rome) presso il Consultorio Familiare di Montesilvano. Trascrizione da nastro audio effettuata da Antonio Scarcella.





 
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