Iliade ed Odissea, «Rileggiamoli»
E scopriremo che… «Altro non sono che il viaggio che fanno gli spermatozoi per raggiungere l’ovulo e fecondarlo (Iliade) e il viaggio che fa l’ovulo una volta fecondato per nascere (Odissea).
di Antonio Scarcella

In Europa e in Italia stiamo vivendo un periodo storico particolare dopo anni di relativa pace e progresso dal punto di vista materiale.
Ma se dal punto di vista materiale abbiamo visto un notevole miglioramento, dal punto di vista spirituale, delle relazioni umane e della ricerca di senso da dare alla vita individuale, sociale e cosmica credo di poter affermare che mai l’umanità ha toccato livelli così bassi e prossimi al baratro totale.
Questa situazione mi ha spinto a dare un mio piccolo contributo lanciando con questo breve scritto un invito a tornare al verso di Omero e cioè all’Odissea in particolare perché ritengo che il mito di Ulisse se riletto con la visione del prof. Antonio Mercurio, mio Maestro, possa aiutare le persone che ancora si pongono le domande:
Chi sono?
Da dove vengo?
Dove voglio andare?
Perché vivo?
Alla prima domanda rispondo che io sono o almeno vorrei diventare una PERSONA nella accezione che ne dà Antonio Mercurio: PERSONA è un Soggetto spirituale unificatore dotato di libertà e identità propria, che è fine a se stesso e a nessun altro che è capace di amarsi, di amare ed essere amato.
Già porsi questo progetto per me è una meta grandiosa se ci si ferma un po’ a riflettere su questo concetto parola per parola.
Tale concetto, se noi decidiamo di leggere e riflettere sull’Odissea e in particolare sul mito di Ulisse, viene detto da Omero in modo nascosto ma bisogna rileggere l’Odissea alla luce delle scoperte della Psicoanalisi e in particolare della Sophianalisi.
Infatti l’Antropologia Personalistica Esistenziale di A. Mercurio ha scoperto che Omero nello scrivere l’ILIADE e l’ODISSEA stava scrivendo inconsapevolmente la realtà che tutti noi facciamo prima di venire alla luce, cioè il viaggio che fanno gli spermatozoi per raggiungere l’ovulo e fecondarlo (Iliade) e il viaggio che fa l’ovulo una volta fecondato per nascere (Odissea). Questo significa che se vogliamo comprendere sempre più chi siamo non possiamo non volgere la nostra attenzione al mondo della vita intrauterina e alla relazione primaria che abbiamo avuto con nostra madre, perché è lì che si creano i primi traumi nella nostra vita. Questo era il messaggio inconscio e l’invito che secondo Mercurio, Omero ci invitava a scoprire.
Forse non è un caso che questo mio articolo sta vedendo la luce nel periodo natalizio, dove il Natale da sempre rappresenta per tutto il mondo la nascita di una nuova vita.
Detto questo credo di aver risposto anche alla seconda domanda e cioè da milioni di anni l’uomo viene dalla fusione dell’ovulo della madre e lo spermatozoo del padre.
Ma il contributo maggiore che Omero ci offre è la risposta alle altre due domande:
Dove voglio andare?
E, perché vivo?
La risposta che Omero ci offre è la meta di realizzare una comunicazione d’amore anzitutto tra un Io e un Tu rappresentati dalla relazione finale tra Ulisse e Penelope che può realizzarsi solo dopo mille patimenti e diverse prove come fa Ulisse da una parte e Penelope dall’altra. Ma per realizzare questa bellezza della relazione tra un uomo e una donna bisogna cominciare a vedere il Dolore come una forza cosmica che arriva a tutte le persone, nessuna esclusa, e riconoscere che il dolore nella vita arriva per trasformarci e creare nuova vita e bellezza e non per espiare le nostre colpe.
Mi piace chiudere questo articolo con tre frasi di Antonio Mercurio tratte dal suo libro “Ipotesi su Ulisse”:
«C’è una profonda differenza tra il cercare la conoscenza e il cercare la Verità. La verità nel profondo deve essere conquistata con molto dolore e coraggio; la conoscenza sta in superficie e richiede studio e costanza; richiede solo fatica ma non dolore.»
«Molti sono coloro disponibili a lottare per la giustizia, pochi coloro che lottano per la bellezza.»
«Non ha senso navigare se non si sa dove andare.»
Articolo pubblicato dal giornale il Gallo il 20 dicembre 2024